Simone Inzaghi, alla seconda finale di Champions League in tre anni

Una finale di Champions League, in programma il 31 maggio, è sempre una pagina di storia da scrivere. Se a vincere sarà per la prima volta il PSG o l’Inter arriverà a quota quattro sarà soltanto il campo di Monaco di Baviera a svelarlo

In una settimana che almeno a livello mediatico ha fatto più rumore per le notizie relative al possibile addio di Simone Inzaghi, la squadra si presenterà nella sua migliore formazione possibile recuperando tutti gli acciaccati dell’ultimo periodo ed anche chi è stato “dosato col contagocce” per arrivare al massimo a questa gara storica. Dall’altra parte del campo ci sarà un Paris Saint Germain che proprio nell’anno in cui ha rinunciato alla “collezione di stelle più luminose della sua storia recente” arriva all’atto conclusivo  della Champions tanto agognata e mai messa in bacheca nonostante i faraonici investimenti qatarini. Investimenti su cui di certo non ha mai potuto contare l’Inter di Inzaghi che con la forza del lavoro e il carattere dei giocatori di esperienza ha compiuto un capolavoro assoluto che potrebbe trasformarsi in leggenda. Il PSG sarà molto diverso da quello che provò il primo assalto alla Champions nel 2020, persa contro il Bayern Monaco grazie a un gol di Kingsley Coman.

Una possibile chiave tattica della partita sarà rappresentata dai duelli a centrocampo dove l’esperienza dei giocatori nerazzurri andrà a contrapporsi con la gioventù nella corsa della squadra parigina con i pregi e i difetti che questo comporta. Certamente l’esperienza maturata da buona parte della squadra di Inzaghi nel finale di Istanbul di due stagioni fa potrebbe essere un fattore importante per quanto riguarda l’approccio a questo tipo di partita. Una stagione strepitosa di Ousmane Dembélé rappresenta certamente il pericolo principale per la retroguardia dell’Inter che anche in passato ha mostrato di soffrire maggiormente attaccanti veloci rispetto a chi usa il classico numero  9 con una stazza fisica imponente. Ma una stagione che complessivamente per l’attaccante francese riporta uno score complessivo di 33 gol e 13 assist in 48 gare stagionali rappresenta certamente il pericolo numero uno per la retroguardia interista. Frizzantezza che non mancherà di certo nemmeno agli altri interpreti offensivi dei parigini, a prescindere da quali saranno i nomi messi in campo da Luis Enrique. Se l’Inter vorrà avere la possibilità di portare a casa la partita dovrà trovare la concentrazione difensiva che spesso ha trovato in Champions ma che in campionato le è costata errori decisivi. Désiré Doué e Bradley Barcolà saranno uomini che richiederanno un’attenzione difensiva spasmodica un po’ come accaduto nella semifinale contro il Barcellona con Lamine Yamal. Meritano senz’altro una citazione tra i possibili protagonisti della partita anche i due portieri; Yann Sommer e Gianluigi Donnarumma sono stati tra gli  interpreti più brillanti della stagione europea di entrambe le squadre e certamente decisivi per portare all’ultimo atto di questa manifestazione. Ed in questo senso anche un eventuale epilogo ai calci di rigore porterebbe senz’altro chi alzerà eventualmente la coppa agli onori della cronaca.

Vediamo ora le probabili scelte di Luis Enrique ed Inzaghi  per la sfida di domani alle 21 che sarà trasmessa da Sky, Now e Tv8,

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Pacho, Nuno Mendes; Joao Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Doué, Dembelé, Kvaratskhelia. All. Luis Enrique.

INTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Thuram. All. Inzaghi.

A dirigere la sfida tra PSG e Inter sarà il rumeno István Kovács, coadiuvato dai connazionali Mihai Marica e Ferencz Tunyogi. Il quarto uomo sarà il portoghese João Pinheiro, mentre al VAR ci sarà l’olandese Dennis Higler.

Solo dopo la partita ci sarà modo di discutere ampiamente del discorso relativo al possibile addio di Inzaghi che nonostante le voci più disparate rimane il favorito a continuare a sedere sulla panchina dell’Inter; farlo da campione d’Europa gli garantirebbe a pieno titolo un posto tra i grandi della storia nerazzurra con cui magari provare a scrivere nuovi capitoli e nuovi trionfi.

di Federico Ceste

Laureato in scienze politiche dal 2015 ho cercato attraverso il web di trasformare ed evolvere la mia passione per il calcio e lo sport. Nel racconto cerco di trasmettere qualcosa che possa regalare anche agli altri un motivo di svago ed emozione.

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