Paradossale la situazione di Sinner: è il più vincente della storia del tennis italiano, ma qualcuno lo critica perché non paga le tasse in Italia ed è nato a Bolzano. Intanto lui continua a vincere
Arriviamo per ultimi, ma anche noi abbiamo voluto entrare nella diatriba Jannik Sinner che ha diviso l’Italia. La fase finale di Coppa Davis è l’oggetto del contendere. L’altoatesino vi ha rinunciato, adducendo alla stanchezza fisica e reclamando un meritato riposo. E qui entra di scena la retorica italica, figlia di una cultura manichea e povera di contenuti. Non ce la sentiamo di buttare giù dalla torre il più forte tennista italiano (per distacco) della storia. Proprio lui ha vinto due Davis da trascinatore, è diventato numero 1 del mondo (unico italiano a riuscirci), in due anni ha conquistato quattro Grandi Slam, mai successo ad alcun connazionale. Qualcuno lo ha apostrofato austriaco, residente a Montecarlo e, siccome rinuncia alla Coppa Davis, non può considerarsi italiano. Peccato che la legge permette a un italiano di trasferirsi nel Principato e se vi è residente non pagare le tasse nel paese d’origine. Capito Bruno Vespa. Una tiratina d’orecchie a te esimio collega, poiché sai benissimo che a un giornalista non è concesso sbagliare un cognome o addirittura, come hai fatto tu, inventarsi un cognome ad minchiam. Alvarez non è Alcaraz al quale dovrebbe porgere delle scuse, poiché, in questo momento, è il tennista più forte del mondo. Sbagliare un cognome così famoso significa vivere su Narnia. Poi parli tu, scusa la retorica, che con una pensione da nababbo sei coperto d’oro dalla tv pubblica; certo la legge lo permette e tu ne approfitti, mentre Sinner non può pagare le tasse a Montecarlo perché per te non è giusto. E’ proprio il momento di mollare gli ormeggi e godersi la pensione caro Bruno, perché una topica così da giornalista del tuo lignaggio non è permessa. La pace a distanza del 26 settembre non è bastata per cancellare una gaffe del genere. Tutte le opinioni hanno diritto di cittadinanza ma gli svarioni da uno come te non li accettiamo.
Scusate la digressione ma il boccone era troppo ghiotto pe non ingoiarlo voracemente. Tornando a bomba su Sinner, vorremmo chiedere agli scienziati che lo criticano in quante Davis abbiamo visto protagonisti Roger Federer e Carlos Alcaraz? Qui in Italia si sta screditando un ragazzo che ha riportato il nostro paese nella geografia del tennis internazionale. Le poche volte che perde la peggior parola che gli esce dal suo vocabolario è perdindirindina e per giunta sta anche attento a esultare per non offendere l’avversario. Nella finale del Roland Garros ha corretto a favore di Alcaraz un punto (favore che lo spagnolo ha elegantemente restituito), cosa che non ci sembra banale. Non facciamo retorica, ma stiamo aspettando un simile gesto nel calcio. Tutti a tifare la Ferrari che ha sede legale ad Amsterdam, ma questo non importa. Molte aziende italiane hanno deciso di migrare all’estero, ma tutti addosso a Sinner. L’Agenzia delle entrate contestò a Valentino Rossi un’evasione di sessanta milioni di euro, chiedendone inizialmente oltre centododici tra imposte e sanzioni, ma grazie a un accordo firmato nel 2008, il pesarese ne versò solo trentacinque. Lo abbiamo inneggiato e seguito come un dio, ma di fatto aveva truffato il nostro paese. Eppure non ci fu una sollevazione come quella che abbiamo notato sul tennista di San Candido. Non siamo i suoi legali, ma è giusto dare una chiarita a chi critica tanto per il gusto di farlo. Non è simpatico, guadagna tanto, e gli interessano solo i milioni? Così fan tutti, vien da dire. Etichette fuori posto le ha anche il Sud tirolese, ne siamo convinti. Qualcuno lo ritiene avido e questo fa a pugni con l’etica che l’idolo dei carota-boys sembra abbia. La pubblicità è l’anima del commercio recita un mantra, oggi ancor di più se si calcola che Sinner guadagna almeno trenta milioni dai brand che egli stesso sponsorizza.
Intanto, per non farsi mancare nulla, Sinner ha vinto anche l’Atp di Vienna (3-6, 6-3, 7-5), dopo una bellissima partita contro Sasha Zverev formato extralusso. Per il n. 2 del ranking mondiale è il quarto titolo del 2025. Già suoi l’Australian Open e Wimbledon, oltre Pechino. Tanto per gradire.

Hai ragione, ma se non avesse indossato quel terribile completino marron, sono sicura che avrebbe vinto anche quella!