Achraf Hakimi appena dopo il gol dell'1-0

L’Inter esce sconfitta e umiliata nella finale di Champions League perdendo 5-0 contro il Psg. Non c’è stata gara sin dal primo minuto. Per Luis Enrique è la seconda Champions League vinta (l’altra nel 2015 contro la Juventus), per Inzaghi è la seconda amarezza negli ultimi tre anni

Mai una finale era finita con cinque gol di scarto. L’Inter è uscito dall’Allianz Arena con una sconfitta epocale, che difficilmente sarà dimenticata nel breve tempo. Un’umiliazione che entrerà nella storia e che potrebbe sancire la fine di Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra. Non è giusto ridurre il lavoro del tecnico piacentino a questo risultato, ma sicuramente la situazione non aiuta. Una squadra forte l’Inter che si è sgretolata di fronte al l’armata parigina, con il condottiero Luis Enrique, che ha dimostrato di essere invincibile in finale. Ha dilaniato i resti del team di Inzaghi, mai in partita, forse, con la presunzione di potersi giocare la partita alla pari. A differenza del match di Istanbul di due anni fa, quando di fronte c’era il Manchester City, giudicato all’epoca la squadra più forte in assoluto, in questa finale l’Inter era convinta di giocarsi la gara alla pari. Mai pensiero fu più errato. Una gara mai nata, in cui la squadra italiana (alla quarta finale di Champions persa) ha eseguito la parte della vittima sacrificale, se è vero che Gianluigi Donnarumma è rimasto inoperoso fino al 74′ quando ha parato a terra un tiro di Markus Thuram (probabilmente il meno peggio degli sconfitti). Forse è stato il peccato di presunzione più grande della squadra italiana, che non ha certo dimostrato l’umiltà dei tempi migliori.

I gol sono l’esatta fotografia di un incontro in cui una squadra andava a cento all’ora e l’altra passeggiava, una andava su tutti i palloni e l’altra rimaneva a guardare, una arrivava sempre prima sulle seconde palle e l’altra non riusciva minimamente a fare un fallo perché perdeva qualsiasi sfida in velocità. Senza poi contare gli uno contro uno tutti ad appannaggio dei parigini. Ecco per la cronaca le reti. Al 12′ Imbucata verso Désiré Doué, lasciato libero inspiegabilmente da Francesco Acerbi e tenuto in gioco da Federico Dimarco, reo di un taglio difensivo inutile e inefficace e facile tap-in sul cross basso all’ex di turno Achraf Hakimi, che non esulta. E’ il prologo di una serata da tregenda. La seconda rete è discutibile quanto la prima. Appena una manciata di minuti più tardi, Nicolò Barella vuole difendere il pallone per prendersi l’angolo ma è molle e Willian Pacho è più reattivo e coglie una ripartenza veloce con Doué che riceve palla e poi calcia trovando la deviazione di Dimarco colpevolmente giratosi (cosa che il difensore mai deve fare) nel tentativo di intercettare il pallone. Finisce il primo tempo, ma l’umiliazione è dietro l’angolo. Ousmane Dembélé imbuca per Doué (sempre lui), che è devastante a campo aperto e fa 3-0, infilando un impotente Yann Sommer. Il Psg è una furia e l’Inter non riesce minimamente ad arginarlo. Al 73′ Dembélé lancia lungo verso Khvicha Kvaratskhelia, che va via uno contro uno con Sommer siglando il poker. La “manita” arriva all’87’ (lo stesso minuto del fallo da rigore commesso da Yann Bisseck contro la Lazio che consegnò al Napoli lo scudetto) quando Senny Mayulu (classe 2006) completa la più grande umiliazione nella storia della Champions League siglando il 5-0. Ora il tempo di leccarsi le ferite e capire il futuro di Inzaghi. Manchester City e Paris Saint Germain hanno vinto la prima Champions League della loro storia contro l’Inter. Un’altra curiosità che non fa bene ai tifosi nerazzurri.

di Beppe Vigani

Giornalista professionista iscritto all'Ordine dal 1993. Corrispondente, in passato, del Corriere dello Sport e delle Agenzie radiofoniche AGR e CNR, redattore a La Notte, Infront, radio MilanInter e radio Number One, oltre ad altre innumerevoli collaborazioni. Opinionista, attualmente, di Telelombardia e Top Calcio 24-7Gold

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