Cortile di Palazzo Morando

La bellissima iniziativa è giunta alla XXIX edizione. Undici dimore storiche, domenica 26 maggio (dalle 10 alle 18), aprono le porte dei loro spazi interni per ammirare i gioielli nascosti del centro della città

È giunta alla XXIX edizione l’iniziativa Cortili Aperti, l’evento sponsorizzato da Microlino e Chopard che vede le dimore storiche della zona di Via Manzoni di Milano aprire i portoni per lasciare che i cittadini possano godere dell’incanto dei loro cortili e giardini interni. L’iniziativa è parte integrante delle Giornate Nazionali ADSI, organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, la Federazione Italiana Amici dei Musei (FIDAM) e Federmatrimoni ed Eventi Privati (Federmep).

Il patrimonio culturale privato in Italia, con oltre 37 mila immobili identificati, costituisce una parte fondamentale del patrimonio storico, artistico e culturale nazionale. Contrariamente a quanto si pensi, in Italia vi sono oltre 8.200 dimore private abitualmente aperte al pubblico, superando di gran lunga il numero dei comuni italiani, che ammontano a 7.901: in media, più di una dimora per località. Si può dunque parlare di una delle principali risorse per lo sviluppo del Paese, basato sulla storia e l’identità italiana e che favorisce la nascita di nuove occupazioni e la creazione di un futuro sostenibile a partire dalla memoria di ognuno. Uno sviluppo di cui non tutti i Paesi possono vantarsi. Le Dimore Storiche, non solo sono il più vasto museo diffuso, ma anche la più estesa industria culturale del Paese, creano economia e valore, oltre che culturale, sociale in tantissime filiere estremamente ampie e articolate, come turismo, artigianato e restauro, soprattutto al di fuori delle grandi città.

Gallerie d’Italia – Giardino di Alessandro

Il 28% delle dimore, infatti, si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti – che costituiscono il 70% dei comuni italiani – oltre la metà (54%) è nei centri abitati con meno di 20.000 abitanti e il 31,3% in aree periurbane o al di fuori delle città. Più di una dimora su tre risulta inoltre essere all’interno di un borgo storico, una su quattro in area rurale. Le dimore sono beni non delocalizzabili che generano un valore sociale e un’economia indissolubilmente legata al territorio. Se adeguatamente valorizzate possono quindi rappresentare uno stimolo per la ripartenza dei piccoli comuni garantendo un ritorno positivo su economie locali che sono sempre più in difficoltà. Le aree interne – pari al 58% del Paese, in cui vivono 13 milioni di persone – sono sempre più povere e prive di servizi a causa di uno spopolamento che va ben oltre l’attuale calo demografico.

Non solo, negli ultimi anni si è registrata una crescita della capacità di spesa da parte del turismo di breve-medio raggio: il turismo di prossimità nei piccoli comuni e nei borghi rappresenta un’opportunità in più per valorizzare e preservare il patrimonio culturale e naturale di questi luoghi, ma anche per favorire lo sviluppo delle comunità locali, poiché stimola la nascita di piccole imprese e la realizzazione di iniziative culturali. Questo fenomeno permette anche lo sviluppo di nuove opportunità di impiego in diversi settori – da quello turistico a quello artigianale, dall’agricolo al vitivinicolo, fino al mondo dell’organizzazione di eventi e convegni – contribuendo così a contrastare lo spopolamento e a supportare l’economia locale. Investire nella valorizzazione e nella conservazione del patrimonio locale risulta fondamentale per promuovere il turismo nei piccoli borghi: la Giornata Nazionale ADSI rappresenta quindi un’occasione ulteriore per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socioeconomico del Paese, oltre che per riscoprire le bellezze italiane. L’iniziativa permette di far luce su un patrimonio troppo spesso ignorato, che non solo rappresenta la tradizione italiana, ma che nel 2019 ha accolto 45 milioni di visitatori, contro i 49 milioni del sistema dei musei pubblici.

Giardino dello Spazio-Cernaia

Grazie a Cortili Aperti, anche quest’anno, il grande pubblico può sentirsi parte di undici Dimore Storiche Private, ovvero di avere l’occasione di visitare spazi solitamente non accessibili e di rendersi conto così quale sia il valore culturale e paesaggistico di questi beni di proprietà privata. L’accesso ai cortili delle dimore sarà come sempre gratuito, mentre il museo delle Gallerie d’Italia sarà regolarmente aperto al pubblico a pagamento. I visitatori di Cortili Aperti potranno accedere gratuitamente solo coi gruppi organizzati da Milanoguida. In ogni cortile saranno presenti i giovani volontari ADSI. Le visite guidate ai cortili sono invece gestite da Milanoguida, una realtà culturale attiva da oltre 15 anni e impegnata nella valorizzazione e nella promozione del patrimonio culturale milanese e lombardo.

Le visite si terranno dalle ore 10 alle 18, con ultimo ingresso alle 17.30, e sono prenotabili alla pagina www.milanoguida.com/cortili-aperti/. Inoltre, per tutta la giornata sarà attivo un infopoint nel cortile d’onore di Casa Manzoni, via Gerolamo Morone 1.

Sono previsti durante la giornata concerti in corte curati dall’Associazione Musica Aperta presso Casa del Bono dove si terrà anche la presentazione del libro “I Palazzi di Milano” a cura di Ludovica Orombelli e Valerio Villoresi con le fotografie di Andrea Livio Volpato. A Palazzo Belgiojoso, Casa Marchetti e nel cortile di via Carducci 38 ci sarà invece l’esposizione di automobili storiche.

 Anche quest’anno sarà possibile ottenere, a fronte di una piccola donazione, una guida illustrativa ai Cortili visitabili o una borsina di tela con logo. Il ricavato verrà devoluto al restauro di un’opera d’arte di pubblica fruibilità.

Sono visitabili i cortili dei seguenti Palazzi:

Casa del Bono – Via Borgospesso 21

Palazzo Morando Attendolo Bolognini – via Sant’Andrea 6

Palazzo Anguissola Antona Traversi – via Alessandro Manzoni 10

Casa Marchetti – via Gerolamo Morone 10

Palazzo Belgiojoso – piazza Belgiojoso 2

Palazzo Spinola – via San Paolo 10

Cortile di via Carducci 38

Casa Gussi – via Monte di Pietà 24

Palazzo Cicogna – Corso Monforte 23

Casa Manzoni – via Gerolamo Morone 1

Spazio Cernaia – via Cernaia 1

Restauri per abiti, dipinti e opere uniche

Cortili Aperti è un’iniziativa patrocinata dal Comune di Milano, Municipio 1; dal Ministero Beni Culturali e dalla Regione Lombardia che, ogni anno, riscontra un notevole successo di pubblico e stampa. La grande affluenza e il forte interesse divulgativo ha fatto sì che l’Associazione potesse raccogliere sufficienti fondi per restaurare diverse opere d’arte.

L’ultimo restauro, effettuato nel 2024, ha permesso di ridonare luce propria alla firma di Cesare Beccaria sul Dei Delitti e Delle Pene per la Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Nel 2022 ADSI ha finanziato il restauro di un preziosissimo manoscritto di proprietà della Biblioteca Ambrosiana mentre nel 2020 di due specchiere con cornice lignea intagliata e dorata, presenti nel salone degli specchi di Palazzo Arese Litta. Grazie a quanto raccolto si è potuto mettere mano ad alcuni abiti femminili datati agli anni ’20 del secolo scorso; a parte della collezione del Museo del Risorgimento; a due tavole Quattrocentesche di Bernardo Zenale custodite presso il Museo Bagatti Valsecchi; alla Pala d’Altare e all’Altare della Chiesa di Santa Maria al Castello; a quattro dipinti raffiguranti i Dottori della Legge all’interno della Chiesa di Santa Maria della Passione; a due pregevoli tele del Museo del Risorgimento e a una serie di tavolette lignee Cinquecentesche conservate al Museo Poldi Pezzoli. Inoltre, nell’anno 2009 l’ADSI ha destinato i fondi al restauro dell’unica partitura d’orchestra esistente dell’opera “Ero e Leandro” del compositore cremasco Giovanni Bottesini.

Le Dimore

Casa del Bono – Via Borgospesso 21

Casa del Bono fu edificata negli ultimi anni del XVIII secolo e fu poi rimaneggiata nel 1854 dall’architetto Luigi Cerasoli su richiesta dell’allora proprietario Giuseppe Guaita. La facciata è rivestita da un bugnato semplice costituito da una prima zoccolatura in pietra rosa di Baveno e da una successiva in cemento decorativo a imitazione della pietra sottostante, mentre i piani superiori sono trattati a intonaco liscio di colore beige chiaro. Attraverso il cancello in ferro battuto si accede, dal piccolo porticato sorretto da due colonne tuscaniche di granito rosa di Baveno, alla corte di forma quadrata. Un secondo portico dà accesso sulla destra a un piccolo II cortile/cavedio interno. Il cortile è caratterizzato da una pavimentazione centrale in acciottolato di fiume posato nella maniera tipica dei cortili milanesi realizzati dalla metà del Settecento. Nel cortile, addossati alle pareti, si scorgono una grande vasca marmorea e il busto di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia.

Palazzo Morando Attendolo Bolognini – via Sant’Andrea 6

Palazzo Morando, settecentesca dimora di fondazione tardo-cinquecentesca, è stato abitato da alcune tra le più importanti famiglie nobili milanesi. Agli inizi del Novecento è poi passato ai Morando Bolognini, ultimi proprietari prima della donazione dell’immobile al Comune di Milano, voluta nel 1945 dalla contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini. I primi interventi decorativi nelle sale del palazzo risalgono alla metà del XVII secolo ma l’impronta dominante è settecentesca, con i tipici ornamenti in stile rococò, visibili sulla facciata di via Sant’Andrea, nello scalone d’onore e nelle decorazioni degli appartamenti nobiliari. Nel 2010, con la costituzione di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, ha inoltre trovato idonea sede espositiva la civica collezione di abiti e accessori dal XVII al XXI secolo, esposta periodicamente presso le sale del Palazzo appositamente dedicate al costume e alla moda.

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Palazzo Anguissola Antona Traversi – Gallerie d’Italia – via Alessandro Manzoni 10.

Le Gallerie d’Italia di Milano si snodano in un percorso che connette tre palazzi storici tra Piazza della Scala, via Manzoni e via Morone. Inaugurate tra il 2011 e il 2012, custodiscono nei propri palazzi due meravigliosi percorsi espositivi: una ricca selezione di opere d’arte dell’Ottocento, che comprende anche le collezioni della Fondazione Cariplo, e le opere della seconda metà del Novecento italiano nella sezione del Cantiere del Novecento. Nel cuore delle collezioni si trova il Giardino di Alessandro, suggestivo angolo di verde tra la Casa del Manzoni e Palazzo Anguissola Antona Traversi. Passeggiando tra i tigli e le magnolie ci si può imbattere in alcune sculture di importanti artisti dell’epoca moderna e contemporanea e in una fontana a edicola con il busto di Alessandro Magno, simbolo dell’autorevolezza del casato Anguissola. Tra gli alberi e le suggestive opere appare nella sua imponenza la Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro.

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Casa Marchetti – Via Gerolamo Morone 4

Il complesso fu dimora dapprima del conte abate G. Battista Nava e successivamente della famiglia Lucini Passalacqua prima e del nobile Luigi Francesco de Seufferheld poi. La sua vedova, Carolina Maunari de Seufferheld, nel 1896 alienò i due immobili a Clelia Marchetti Nicola, ascendente degli attuali proprietari. Il marchese Massimo D’Azeglio, ricordato dal busto posto nella nicchia in fondo al cortile, visse nel complesso nel periodo in cui frequentò la ristretta cerchia dei letterari raccolti intorno ad Alessandro Manzoni, anch’esso ricordato da un busto posto in fondo al colonnato, di cui sposò la figlia Giulia. L’edificio si sviluppa per tre lati attorno al cortile interno, caratterizzato da un porticato trabeato e da colonne tuscaniche. Il pavimento del cortile, in acciottolato chiaro e scuro, riproduce la stella austriaca a sei punte.

Palazzo Belgiojoso – piazza Belgiojoso 2

Il complesso neoclassico di Palazzo Belgiojoso si affaccia sull’omonima piazza dove sorge anche Casa Manzoni. La costruzione dell’edificio, eretto tra il 1772 e il 1787 per volontà del principe Alberico XII di Belgioioso d’Este, venne affidato al folignate Giuseppe Piermarini che lo disegnò su modello della vanvitelliana Reggia di Caserta. Dietro l’imponente facciata, il Palazzo si sviluppa attorno a un cortile centrale nel quale corrono due ali di porticato ad archi su colonne doriche di granito; sopra le arcate si trovano finestre a cimasa piana riccamente decorata nel fregio con corone, aquile, palme e festoni. Nel fondo del cortile d’onore, sull’asse dell’androne, attraverso un criptoportico in tre campi, si passa a un piccolo giardino. Nel portico verso l’omonima piazza, sulla testata a sinistra dell’ingresso si erge una scala secondaria continuata fino al secondo piano con un parapetto di ferro lavorato in stile di transizione fra il barocco fiorito e il neoclassico. L’architetto Simone Cantoni intervenne, realizzando la cappella del Palazzo nel 1787.

Palazzo Spinola – via San Paolo 10

Commissionato nel 1580 dal banchiere genovese Leonardo Spinola, il palazzo fu edificato da un ignoto architetto in tre distinte campagne di lavori tra il 1570 e il 1615. Oggi l’edificio deve molto del suo aspetto interno a rimaneggiamenti ottocenteschi: la semplice facciata in cui spicca il portale in bugnato lascia intravvedere poco dei lussuosi ambienti interni. Celebre è la Sala d’Oro progettata da Gerolamo Arganini e decorata da Giacomo Tazzini è circondata da un colonnato decorato con fregi e sormontato dalla trabeazione che formano la tribuna per l’orchestra; spiccano inoltre gli affreschi e gli stucchi dorati su sfondo avorio; similmente la Sala d’Argento che prende il nome dagli stucchi color argento di Luigi Tatti. Duramente colpito dai bombardamenti anglo-americani del 1943, l’edificio si incendiò e il fuoco, pur non intaccando le architetture della facciata e del cortile, distrusse quasi tutti i piani superiori e alcune parti del piano terreno, causando il crollo dei tetti e di gran parte delle volte e la perdita delle due sale, delle quali si salvarono solo le pareti.

Cortile di via Carducci n. 38 – ex Ospedale Sant’Ambrogio

L’edificio e il suo cortile sorgono sull’area che ha per secoli ospitato l’Ospedale di S. Ambrogio. L’Ospedale è menzionato per la prima volta in un privilegio datato 21 marzo 880 concesso dall’Imperatore Carlo il Grosso a favore del monastero di S. Ambrogio. Nonostante tale documento sia oggi considerato un falso è indubbio che l’Ospedale sia di origine molto antica, sicuramente già in attività alla metà del XII secolo. Il complesso che lo ospitava sorgeva proprio presso lo stradone di S. Vittore, all’incrocio con l’antica Via Vittoria (oggi incrocio tra Via De Amicis e via Carducci), un tempo fiancheggiata dal Naviglio. Nelle cantine sono ancora visibili i resti dell’antica Pusterla tardo romana, che è stata poi trasformata in casa di ringhiera nell’Ottocento e ristrutturata a partire dagli anni ‘80.

Casa Gussi – via Monte di Pietà 24

Tra i palazzi che prendono vita nella Milano di fine Ottocento vi è Casa Gussi. L’edificio, caratterizzato da un innovativo tetto di ardesia “a mansarde” e da finestre dalle cornici modanate in pietra arricchite di elementi vegetali agli angoli, è un unicum nel suo genere. I due grandi balconi con balaustra in pietra del primo piano, affiancati dagli altri due omologhi, costituiscono un ulteriore segno distintivo dell’edificio, così come lo sono i quattro balconi del secondo piano, identici ma posizionati secondo un diverso asse rispetto a quelli del primo. Oltrepassando lo spazioso androne del portico si accede al cortile, caratterizzato da un porticato sostenuto da colonne di ordine dorico in controfacciata. Il lato opposto presenta un criptoportico retto da un serie di colonne doriche e sormontato da una terrazza con una balaustra in pietra che nasconde il muro del cortile.

Palazzo Cicogna – Corso Monforte 23

Casa Cicogna Mozzoni deve il suo nome al proprietario che la acquistò nel 1828, ma fu costruita ben prima, nel 1500, in stile rinascimentale. Sorta di fronte alla scomparsa Chiesa di San Damiano, era originariamente composta da tre corpi di fabbrica che circondavano un cortile. Il corpo più antico è quello che si affaccia sul giardino e presenta una serie di aperture simmetriche contornate da eleganti disegni mistilinei, un insieme di curve e linee tipiche dell’architettura barocca. In uno degli appartamenti al piano terra che si affacciano sul giardino privato si trovava lo studio del grande artista Lucio Fontana, che ci lavorò dal 1958 fino alla sua morte, nel 1968. Fontana non fu però l’unico artista ad avvertire il fascino di questo palazzo: prima di lui era stato ritrovo degli Scapigliati, artisti dei primi del Novecento che lo scelsero anche come fonte di ispirazione per le loro tele.

Casa Manzoni – via Gerolamo Morone 1

Alessandro Manzoni ha abitato a Milano molte case ma la più nota è sicuramente quella di via Morone. Dopo il matrimonio con Enrichetta Blondel, il desiderio di una dimora stabile spinse il Manzoni ad acquistare un palazzetto in contrada del Morone. Il palazzo, di proprietà di don Alberico de Felber, fu acquistato il 2 ottobre 1813 al prezzo di Lire 107.000. negli anni molti lavori vennero eseguiti, altri dilazionati, ma via via la casa prese forma secondo i bisogni di una famiglia di dodici membri. Manzoni si riservò una stanza che guarda al giardino, appartata, dove potersi ritirare a leggere, meditare, scrivere. Dopo la morte dello scrittore la casa venne posta in vendita dagli eredi al prezzo di Lire 280.150. Fu acquistata dal conte Bernardo Arnaboldi Gazzaniga, il quale, rispettoso delle memorie manzoniane, permise la visita allo studio e alla camera da letto nell’anniversario dell’“Illustre Defunto”. Nel 1919 la casa passò ad Attilio Villa e nel 1922 ai fratelli Dubini. Nel 1937, divenuta proprietà della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, fu da questa donata al Comune di Milano purché fosse destinata in uso perpetuo ed esclusivo al Centro Nazionale Studi Manzoniani. Nel 1941 vennero avviati i lavori di ripristino per riportare la casa nelle condizioni in cui si trovava alla morte di Manzoni. Gli interventi furono completati negli anni ’60 quando, il 15 dicembre 1965, venne inaugurato l’attuale Museo Manzoniano.

Spazio Cernaia – via Cernaia 1

Lo Spazio Cernaia, incastonato tra il campanile e l’abside della Chiesa di San Marco, ospita una palazzina datata intorno al 1880 a fasce orizzontali grigie e bianche a imitazione delle antiche strutture medioevali toscane e lombarde. Luogo affascinante e inconsueto in cui si contrappongono gli stili di due ambienti diversi: il suggestivo giardino nascosto e curato in ogni dettaglio e nel basement l’open space di gusto contemporaneo sobrio ed elegante. Lo Spazio Cernaia è ideale per ospitare eventi privati, mostre d’arte, riunioni e cene aziendali, shooting fotografici e tanto altro.

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Di Beppe Vigani

Giornalista professionista iscritto all'Ordine dal 1993. Corrispondente, in passato, del Corriere dello Sport e delle Agenzie radiofoniche AGR e CNR, redattore a La Notte, Infront, radio MilanInter e radio Number One, oltre ad altre innumerevoli collaborazioni. Opinionista, attualmente, di Telelombardia e Top Calcio 24-7Gold

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