Il traffico di Nuova Delhi tra biciclette, furgoncini e motorini

In India, l’antica simbologia è presente solo tra i meno abbienti o nel gruppo nazionalista alleato del premier. La classe media vuole di più. Si stanno facendo largo le autovetture come Tata e Mahindra

Stabilimento di auto Mahindra a Chakan

La capanna, la ruota, l’aratro. C’è un’India antica nella simbologia, tuttora presente, del Partito Telugu Desam, uno dei due alleati grazie ai quali Narendra Modi potrà formare un esecutivo e avviare il suo terzo mandato. La stessa bicicletta, adottata dal gruppo nei suoi quarant’anni di vita politica, è un mezzo ancora diffusissimo nello Stato-continente, ma fra i meno abbienti. Ormai i ceti medi non guardano neppure alle motorette, roba da nonnetti. Puntano sulle quattroruote spesso neanche autoctone, tipo Tata o Mahindra & Mahindra che di veicoli ne sfornano a milioni. Eppure i colletti bianchi rappresentano, insieme ad agricoltori e adivasi, lo zoccolo duro dell’elettorato di questo partito locale che nel familiare Andhra Pradesh ha raccolto più della metà dei seggi a disposizione, tredici su venticinque. Un partito relativamente giovane, com’è facile trovarne in India, dove solo il rinato National Congress e la destra più estrema del Rashtriya Swayamsevak Sangh che fa da puntello dal Bharatiya Janata Party, vantano un passato lontano. TDP predica il liberismo con l’orgoglio tèlugu, che è una delle tante lingue del Bharat, ma d’una certa importanza visto che è parlata da circa cento milioni di cittadini. A costoro il partito locale promette benessere usando l’aratro, la bici o il computer, non sono passatisti si dichiarano liberisti. Come sintonizzare il libero mercato fra gli elettori contadini che, quattro anni or sono e non solo nell’Andhra Pradesh, hanno dato vita a furenti contestazioni proprio delle scelte di Modi favorevoli alle multinazionali dei campi e oppressive verso i piccoli e medi agricoltori, è l’ennesimo mistero di quelle grandi bolle di sapone che sono le campagne elettorali. Ovviamente non solo in India. Per tali scadenze i partiti promettono tutto e il suo contrario, e spesso gli elettori per seguirli e votarli azzerano la memoria sulle condizioni sociali conosciute e addirittura sulle vicende che li hanno riguardati.

Nara Chandrababu Naidu (74 anni), primo Ministro nell’Andhra Pradesh

Telugu Desam ha legato l’ultimo trentennio politico a mister Nara Chandrababu Naidu, oggi settantaquattrenne e nuovamente primo Ministro nell’Andhra Pradesh. Formatosi nel National Congress, l’abbandonò per aderire al partito Telugu fondato nel 1982 dall’ex star di Bollywood Nandamuri Taraka Rama Rao, che dall’anno precedente era anche suo suocero. Un’idea nient’affatto brillante e innovativa per Naidu che aveva abbandonato il NC contestandone fra l’altro l’aspetto dinastico e clanista. Per non farsi mancare nulla, l’ascesa nella gerarchia del nuovo gruppo politico Naidu la ottenne proprio contro Rama Rao, agitando una faida interna senza curarsi minimamente della parentela acquisita. Impossessatosi del Telugu Desam l’ambizioso Nara, Babu per i fedelissimi, nel 1995 si prese per la prima volta anche la direzione dello Stato federato di cui è tornato premier. Si presentava come un riformatore economico e sostenne con convinzione l’innovazione tecnologica, sua l’invenzione di Hitec city creata a Hyderabad, la storica capitale della regione. L’uomo si è distinto per realismo con la creazione d’infrastrutture in aree dedite prevalentemente all’agricoltura (riso, canna da zucchero, cotone, tabacco) e allo sfruttamento del sottosuolo (amianto, carbone, rame, uranio). Per pragmatismo con cui ha ottenuto la presenza d’investitori stranieri (la coreana Kia Motors) nel suo Stato, e le decine di migliaia di posti di lavoro scaturiti gli hanno dato grande popolarità fra i concittadini. Nel settembre dello scorso anno è stato accusato d’un coinvolgimento personale in un’operazione truffaldina e accaparramento di denaro destinato alla formazione giovanile. Finito in galera per due settimane ne è uscito dopo il pagamento d’una cauzione. L’immagine non sembra averne risentito e neppure la popolarità vista la recente rielezione alla guida dello Stato. Facendosi vanto di origini popolari, d’un successo politico conseguente e di scaltrezza Naidu potrebbe far pagare caro a Modi il bisogno dei suoi voti nella Lok Sabha. Se a favore dello sviluppo dell’Andhra Pradesh o d’intrecci personalistici si vedrà.

articolo pubblicato su http://enricocampofreda.blogspot.it

Di Enrico Campofreda

Giornalista. Ha scritto per Paese Sera, Il Messaggero, Corriere della Sera, Il Giornale, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Il Manifesto, Terra. Attualmente scrive di politica mediorientale per il mensile Confronti, per alcuni quotidiani online e sul blog http://enricocampofreda.blogspot.it/ Publicazioni: • L’urlo e il sorriso, 2007 • Hépou moi, 2010 • Diario di una primavera incompiuta, 2012 • Afghanistan fuori dall’Afghanistan, 2013 • Leggeri e pungenti, 2017 • Bitume, 2020 • Corazón andino, 2020 • Il ragazzo dai sali d’argento, 2021 • Pane, olio, vino e sale, 2022

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