La geniale artista siciliana esporrà le sue opere nella struttura Medicea dal 2 all’8 ottobre
L’ artista italiana Feuei Tola esporrà le sue nuove opere da lei definite ‘Radiografiche introspettive’ alla diciottesima edizione del Photofestival, dal 2 all’8 ottobre presso la sala dell’Imperatore al Castello Mediceo, in Piazza Vittoria a Melegnano, un comune della città metropolitana di Milano. La presentazione è prevista per il 2 ottobre alle 18.00. L’ingresso è gratuito. Feuei Tola ha lavorato su delle autentiche radiografie invece che sulla tela come abitualmente si fa. Feuei si caratterizza per la ricerca di supporti o di argomenti che non sono comuni alla maggior parte degli artisti, è un’artista completa che non si pone limiti, che può sorprendere il pubblico producendo qualcosa di unico ed emozionante.
Nata in Sicilia, l’artista si è diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Palermo per poi trasferirsi a Barcellona, in Spagna, dove all’Accademia delle Belle Arti ha seguito il Master Creación Artistica e il Dottorato La Realidad Asediata y Posicionamientos Creativos. Avendo vissuto per 14 anni in Spagna, Feuei ne ha assorbito la cultura anche se non ha mai chiesto la cittadinanza spagnola. Tornata in Italia, si è stabilita a Segrate (alle porte di Milano) dove ha il suo atelier in cui crea opere che si contraddistinguono per la loro originalità. Si può amare o meno il lavoro di questa artista, ognuno ha la sua idea di arte e la sua visione del mondo, ma non si può negare che le sue opere siano originali e che sia evidente la passione che mette nel suo lavoro. Parlando con lei è evidente anche quanto tenga a cercare sempre nuovi modi di esprimere il suo talento artistico e quanto tempo dedichi a questa ricerca.
Feuei, il tuo nome è molto originale. Da dove deriva?
Ho fatto più volte questa domanda ai miei genitori. Varie le risposte. Quella più esotica riguardava un fiore hawaiano. Poi, un giorno, sfogliando un libro d’arte che era in casa leggo il mio nome scritto a penna tra le prime pagine e una data antecedente alla mia data di nascita. Dovettero arrendersi e mi svelarono il mistero. Mi raccontarono che il mio nome era nato tra i banchi del liceo classico. I miei genitori amavano il greco e il latino ed anche filosofare. Nella mente di mio padre ricorreva una frase in greco antico, cogliendone il significato e il suono la sintetizzò creando il mio nome. Non ho mai conosciuto e non penso esista un’altra persona con questo nome. Potrei affermarlo e diffonderlo se dovessi avere un adeguato successo nel mondo dell’arte.
Come è nata l’idea di esporre al festival?
Sono venuta a sapere di questa ormai consolidata iniziativa ed ho voluto parteciparvi: ho fatto domanda ed è stata accettata.” Perché definisci le tue opere ‘Radiografiche introspettive’? “La parola ‘radiografica’ deriva dal fatto che ho dipinto sulle radiografie. Ad ogni mia iniziativa (mostra o performance) aggiungo un sottotitolo. In questo caso, il sottotitolo è ‘Investigazioni polimorfiche’ perché si tratta di un’indagine che assume più significati e forme allo stesso tempo (introspettiva e sociologica). Infatti, la parola introspettiva è quella che meglio descrive le mie opere.