Gli Stati Uniti hanno colpito tre dei maggiori siti nucleari della Repubblica Islamica, scaricando bombe e missili su Fordow, Natanz e Isfaha. Mentre la Nato applaude
Fordow, Natanz, Isfahan “tre strikes spettacolari” dichiara Donald Trump, mentre un pezzo di mondo cui l’Europa della Nato appartiene sta applaudendo, il mondo sottomesso tace per afonìa o mancanza di comprensione della tragedia che vaga sulle proprie teste assieme a bombardieri e caccia, e gli altri grandi della Terra restano incardinati ai loro interessi. Al più come il ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov affermano che: “Il mondo rischia di sprofondare nel caos completo”. Ma è poca cosa perché il caos è fra noi. E’ in noi. Il suo omologo iraniano Abbas Aragchi enuncia un’invocazione: “Hanno varcato la linea rossa”, paroline innocue. Non servono perché nessuno le ascolta e soprattutto mostrano tutta la fragilità del suo Paese, impotente contro le infiltrazioni delle Intelligence straniere e ancor più verso le incursioni belliche di chi impunemente pratica l’aggressione preventiva. La legge del più tecnologicamente potente davanti alla quale gli altri sono ridotti in ginocchio e finiscono cadaveri o direttamente polvere. Sui network globali va in onda il più bestiale degli imperialismi, che già nell’ultimo quarto di secolo aveva mietuto vittime, devastato ambienti, distruggendo speranze di futuro. Ora tutto si ciclopizza, si tecnicizza, a favore dei pochi che possono gettare denaro in simili devastazioni, chiamandole ormai col loro nome: attacchi distruttivi, senza il precedente pudore delle comunità sedicenti democratiche di praticare azioni di ‘polizia internazionale’. Il mondo ha sotto gli occhi, operazioni banditesche definite militari con finalità non di polizia ma di pulizia. Pulizia etnica come nei quasi due anni di fuoco e di sangue su Gaza, e pulizia politica contro avversari non graditi e per decenni bollati quali “Stati canaglia”. E’ un mondo più folle e schizofrenico di quello studiato dagli storici nel Novecento, il mondo e le epoche dei nazionalismi fascisti, nazisti, sovranisti che, non a caso, nei richiami di taluni nostalgici ricompaiono con tutta la lugubre sequela di cerimonie ideologiche.

Ma quest’idea orgiastica guerrafondaia, che impone ai sedicenti governi democratici e occidentali e quest’ultimi riverberano sui cittadini, la necessità di finanziare riarmi al 5% dei Pil nazionali e oltre, convincendoli che un nemico, solo parzialmente armato, li assalirà, diventa una follìa che ripercorre quelle strade che hanno inabissato l’Occidente nel 1914 e nel 1939. “Ci sarà la pace o ci sarà una tragedia per l’Iran molto più grande di quanto abbiamo visto negli ultimi otto giorni” dichiara l’ultimo Stranamore partorito dalle urne elettorali statunitensi. Lo Stato mostruoso per le opportunità e gli abissi che prepara alla sua gente e ai popoli che vuole educare o dominare e umiliare. La recente storia ha raccontato come quel dominio mancato, in Afghanistan o in Iraq, ha solo prodotto sconquasso e desertificazione sociale, politica e umana. Non si sono fatti scrupoli i teorici e assertori dell’America First che precedevano Trump, i George W. Bush, i Barak Obama, fino al nonnino Joe Biden, tutti hanno caricato bombe su oggetti volanti sempre più grandiosi e costosi, passando dai B52 che incendiavano la foresta indocinese al miliardario B2. 2,13 miliardi è il costo del bombardiere che trasporta il Massive Ordnance Penetrator con le sue quattordici tonnellate di esplosivo che stanotte hanno fatto brillare quei siti di arricchimento dell’uranio disposti sottoterra in Iran. Orgia del potere, orgia di violenza, orgia di supremazia che obbliga l’umiliato e offeso avversario a una resa senza condizioni in posizione di subalternità schiavistica. Con l’alternativa di vendette postume, simboliche, incentrate come in tempi anche recenti nel gesto assassino del kamikaze, quasi mai possibile contro le menti di questi nuovi Olocausti, ma scivolati su chi non c’entra direttamente col conflitto in corso e semplicemente vive in città trasformate in trincee. Il cacciatore di bambini, l’Erode di Gaza Benjamin Netanyahu e il suo compare bombardiere Tramp, sono al sicuro. Tutti gli altri diventano bersagli.
articolo pubblicato su http://enricocampofreda.blogspot.it